temporale-estivo-300x210Da una parte è macaia. Dall’altra fulmini, saette, tuoni.
Metereopatia, “tristezza e nessun’altra malattia”, come cantava De Gregori.
Ma, d’estate, come ci si veste in città?
Donne
L’inferno cittadino per me è così fatto:
Il girone degli shorts. Vi partecipano tutte coloro che li indossano al di fuori delle minorenni aspiranti veline. Queste fanno comunque delle ospitate in quel luogo ameno, perché anche ai giovani non si può perdonare tutto. La cerchia dei colori fluo. Gli anni ’80 ci hanno hanno lasciato anche questo.. ahimè. Canarini elettrici, fucsia, verdi acidi e mela per gonne, pantaloni, T-shirt… Naturalmente in quei colori non sono ammesse le ora tanto amate unghie-gel.
Mettiamo già in valigia, per scatenarci nella mitica settimana di Ferragosto: parei, top, gonnellone. Teniamoli lì fino a nuovo ordine.
Evitiamo tassativamente,  se non alla festa tzigana, cavigliere, ciondolame e pashmina suonanti “che l’ho presa proprio in India”, per non apparire emuli di Trilli, che seppur dolcissima, risulta inopportuna in uffici, agli esami e sui mezzi pubblici.
Il paradiso a 40 gradi è invece fatto di abiti bianchi, elegantissimi e di grande aiuto in questa stagione, soprattutto se di lino e ancora meglio se abbinati a splendida bigiotteria azzurra.
La coppa del Mondo però se l’aggiudica quell’antologia di vestitini (lunghi o corti secondo colei che indossa) con tema floreale che è meravigliosamente sbocciata, in questa stagione, anche nelle riviste di moda. Donano a tutte, non solo alle più belle.
Uomini
Sono vietati la maggior parte dei sandali. Cartellino rosso per le Havaianas, le infradito o flip flop o come il Demonio le abbia chiamate nel giorno della loro Genesi. Il piede dell’uomo, molto bello, non merita quel trattamento. Dei calzini che si intravedono preferirei non parlare.
Brutte anche, se posso permettermi, le camicie a maniche corte, meglio quelle lunghe ma arrotolate sulle braccia, che insieme ai piedi sono molto sexy.
Vale lo stesso passepartout per il lino che, come la frittura, rende buona anche la carta.
Bene per il mocassino da barca, elegantissimo in blu.
E poi il colpo grosso: un Panama, magari acquistato in un mercatino all’aperto.
E se inizia a piovere, che ci si ripari in un caffè.

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