La mia lista di musicoterapia
Da settimane su Facebook è tutto una lista. I libri che ti hanno salvato la vita, i film di cui non potresti fare a meno, i dischi che non puoi non avere. Sono catene di Sant’Antonio, ma parlano di scelte e raccontano chi le fa, più che nella lista fatta, in chi si elegge, la vittima che si sceglie per il prossimo elenco. Ora tocca a me e mi occuperò di musicoterapia.
Certa musica ha il potere di agire sui nostri recettori e regalarci sensazioni di benessere.
Mi piacerebbe condividere le canzoni che mi fanno stare bene in alcune occasioni.
Sul 31 che giunge da Boccadasse alle 18 e 30 sembra di stare in un cocco. Una signora ti schiaccia un piede e poi ti dice che non c’è più rispetto per gli anziani. Due tredicenni in un centimetro quadrato si baciano come tu vorresti fare da tutta la vita, magari però in una stanza d’albergo. Un pazzo recita Dante a memoria dalla coda dell’autobus con la ben riposta attenzione di tutta quella fascia. Non riesci a respirare, qualcuno ce l’hai nella schiena, un altro si avvinghia a te invece che al sostegno e non ti rendi neanche conto se ti stanno molestando o sei tu che molesti qualcuno.
In quei momenti solo Bach può aiutarti.
J. S. Bach, Concerto per due violini.
Ci sono mattine in cui ci si sveglia per aver voglia di tornare a dormire. Ma non si può. Un tratto di strada ci separa quasi sempre dai nostri impegni, lì possiamo ascoltare ad alto volume qualcosa di stupido e molto energico. C’ è chi vuole i rapper, chi il rock puro: io scelgo degli italiani, che non ascolterei mai durante il resto della giornata, i Negrita. Gli aretini mi raccontano delle loro vacanze a base di rum e coca cola in Messico. Io, che vado in Germania a bere birra o a Nizza in hotel con piscina, devo dire che vengo contagiata. Al di fuori di ogni giudizio di valore.
Negrita, Scivolando verso sud.
L’ultima situazione è quando aspetto una chiamata, mi sento infatuata, mi batte il cuore. Un pensiero, un viso, un desiderio. Devo struggermi. Qui c’è solo Lana del Rey con la sua voce storta, sforzata e sensuale a rendere ancora più drammatica l’attesa.
Lana del Rey, Cola.
Siete nominati, ora tocca a voi.