Bier?Jawohl!
Il proposito della vacanza appena imbarcata a Malpensa era bere poca birra. Basti dire che Audrey Hapburn la consumava ai pasti, per ordine medico, per ingrassare. Naturalmente già all’aereoporto di Schönefeld avevo rimosso. La città con maggiore arte e storia che io abbia visto all’infuori di Roma, ha le sue buone ragioni per traviarti. Oltre alla bontà del liquido biondo in questione, mi riferisco ai bar.
Ecco i miei preferiti:
Paris Bar
Charlottemburg
Era il Gotha degli intellettuali della Berlino Ovest. Zeppo di fotografie, disegni, quadri, opere d’arte. Io ho riconosciuto solo il mega autoritratto di Yves Saint Lauren ed ho apprezzato l’ immagine di una nave che bascula lentamente sulla parete. Un gruppo di intellettuali mi ha chiesto con irriverenza gli autori che conoscevo ed ho inventato magistralmente. Mi hanno offerto una birra.
Il bar del gatto Zappa
Savignyplatz
In questo bar mi immagino Marlene Dietrich che beve una birra. Ma la vera divinità del posto è il gatto Zappa: un felino da 10 Kg che fa una vita cinque stelle con le mance del locale. Se non lo trovate attendete, come mi disse il cameriere “Is somewhere”.
Eshenbräu
Wedding
Questo è un biergarten, ovvero un giardino della birra. Il più famoso a Berlino è il Prater a Prenzlauerberg, ma anche questo non scherza. Wedding diventerà il nuovo quartiere della scena berlinese, anche se ora è ancora principalmente operaio e collegato male con la metro. La cosa incredibile è che è costruito in una corte di edifici, per cui chiude molto presto la sera, l´ultimo ordine alle 21 in modo da non disturbare troppo i vicini. Nel centro c’è un enorme albero. L’albero della birra.
Il bar senza nome
Mitte
Questo l’ho scoperto all’uscita del Kino dopo aver visto lo Squalo. Un bancone nero di legno è il cuore del locale. Rotondo e centrale. Dentro, come due gazzelle, le signorine si districano per servire i molti clienti assetati. In Italia certo non esisterebbe, perché questo uso dello spazio lo rende meno capiente, ma l’essere tutti parte di quella rotondità, condividere il cerchio, porta coloro che bevono a guardarsi negli occhi.
Un’altra birra? Jawohl