Una rosa rosa

Per il mio compleanno
in un supermercato
ho comprato 12 rose.
6 bianche, 6 rosa.
Le ho scelte in bocciolo,
perché durassero di più.
E, almeno loro,
lo superassero il mio compleanno,
che io ho sempre grossa crisi.

Arrivata a casa,
ho cercato i vasi,
li ho riempiti d’acqua,
ho tagliato i gambi,
e ho messo la polverina
che c’è nelle buste
per farle durare di più.
Che, oltre ad essere una polverina
per farle durare di più,
è per giunta bianca.

Il giorno dopo il mio compleanno,
perché venivano dai frighi
dice mia mamma,
al posto di sbocciare,
11 rose sono direttamente appassite.

Nella mia vita,
al mio compleanno
di 12 rose in bocciolo
6 bianche e 5 rosa appassiscono.
Ma sempre nella mia vita,
al mio compleanno,
di 12 rose in bocciolo,
ne basta una che sboccia,
rosa e meravigliosa.



Nel mio frigo

Nel mio frigo c’è un limone
di Tropea.
L’ho comprato per condire le fragole.

Nel mio frigo c’è la panna spray.
Anche quella per le fragole.

Ma nel mio frigo non ci sono fragole.
C’è solo una bottiglia di champagne.

Telefonata, sera.
Io. L’ho comprata oggi, così festeggiamo il nuovo anno anche se in anticipo.
Lui. Porterà mica male?
Mai dire una cosa così.
Lacrime e niente da festeggiare.

Interno sera.
Io. Birra o champagne?
Lui. Birra, birra. Lo champagne è troppo.

9 marzo 2017.
Pensiero, sera.  Almeno per il compleanno la aprirò questa bottiglia di champagne?
Notte. Con 3 bicchieri di champagne nel sangue. Ma del bar.

Ci fosse una nave da inaugurare.
Un battesimo da annegare.
Un amore da eternare.
Una vacanza da partire.
Ma non c’è.
Penso che oggi comprerò delle fragole.
Con lo champagne stanno benissimo.


Quelli che aspettano

Alla fermata del Mercato Orientale,
ci sono quelli che aspettano
il 18, il 36, il 39, il 17.
Ma arriva sempre il 42 che si ferma in De Ferrari
e che non l’aspetta mai nessuno.

Nella salita di Via Carcassi c’è una nidata di gatti neri,
che della sfiga se ne frega,
e quando passo, tutti i giorni,
son lì che aspettano un signore.
Nella macchina, parcheggiata in mezzo alla strada,
ha un grosso bagagliaio pieno di carne trita.
Già nei piatti. Già divisa.
Se ci andate verso le cinque del pomeriggio,
come faccio io senza farmi vedere,
lo potete aspettare insieme a loro.

In classe, gli allievi, per quanto mi impegni,
è la campanella che aspettano.
Quando suona si prendono il caffè e fanno due chiacchiere col compagno,
o vanno a fare un giro in bagno.
Che è sempre meglio che ascoltare me.

Io in via Venti al Venti aspetto le canzoni di Sanremo,
di sapere il francese,
che i sabati passino in fretta
e che arrivino i prossimi saldi
insieme all’estate che mi farà ricominciare a fumare
e ad amare sotto alle stelle.