Venerdì ho festeggiato l’ultimo giorno di scuola con un film in bianco e nero e un paio di birre weiss.

La storia era quella di Stoker, un pugile che non vince da così tanto che il manager decide di truccare il suo ultimo incontro.
Anche il fidato allenatore omette di dirgli che si sono venduti la sconfitta.
Tanto Stoker non vincerà.
Quella sera stessa, la sua ragazza decide per la prima volta di non assistere al match.
Inutile continuare a vedere l‘uomo che ama massacrato, nel corpo e nella mente, da una passione come quella per la boxe.
Tanto Stoker non vincerà.
Nel retro del palco l’umanità dei boxeur è esplicitata da paure e fragilità.
Ma tra gli spalti, la cattiveria della gente ha il ruolo principale.
Un cieco si fa raccontare l’incontro dal vicino e spera che il protagonista perda la vista.
Una donna che adora la violenza, inneggia il rivale a massacrarlo.
L’uomo in sovrappeso mangia con rabbia per l’intera durata del combattimento.
Tutto il pubblico ha scommesso contro di lui.
Tanto Stoker non vincerà.
Ormai è troppo vecchio, troppo solo, troppo disperato per boxare.
Ma nella vita non c’è niente di più forte di chi non ha nulla da perdere.
Sono fermamente convinta che si possa vincere l’incontro, solo quando tutti puntano contro di noi.
Non importa se ne usciremo in piedi, ma solo che si possa dire:
Stasera ho vinto anche io
Anzi come gli risponde, nella battuta finale del film, la fidanzata Julie:
Abbiamo vinto tutti e due stasera

 

 

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