Doveva essere un piccolo problema di display difettoso.
Me lo avevano cambiato la scorsa settimana.
Non i cinesi, ma giovani ragazzi nord europei che si occupano di telefoni. Gentili. È pronto tra un paio d’ore, mi dicono.
Peccato che quando torno, mi guardano a lutto a causa della scheda madre.
Niente da fare.
Conviene comprarne uno nuovo.
Vado da Raffo, costi esorbitanti per un iPhone.
Ci penso un po’, nel frattempo chiedo a tutti quelli che incontro:
“Me la lasceresti fare una telefonata?”
Mi sento esattamente un’ adolescente che scrocca le sigarette.
All’inizio i problemi sono enormi.
Dico alla mia capa di cercarmi su fb per qualsiasi necessità.
Poi mi rendo conto che non posso dare nemmeno un appuntamento, la mia casa non ha il citofono.
Una vecchia storia di prostitute.
Allora mi metto a telefonare dalla guardiola di via XX  Settembre.
Mi sento come Fonzie.
Se volete chiamarmi, mi trovate dalla portineria.
Mentre i giorni passano, però, dentro di me si crea la consapevolezza che senza telefono non sia così male.
Anzi, per esempio, dormo meglio.
Io che mi sveglio nella notte e controllo il cellulare, ora mi sveglio nella notte e mi rimetto a dormire.
So che nessuno mi cerca e chi mi cerca non mi trova.
Appare una spunta sola.
Come se avessi bloccato tutto.
Forse il mio cellulare è stato rubato.
Portato chissà dove per il mercato estero.
No, la realtà è una.
Il mio vecchio SE è andato in vacanza.
Stanco delle troppe telefonate. Di tutti quei messaggi. Per non parlare dei whatsapp. La fatica di google maps nei vicoli lo ha sfiancato.
Meta isolana. Sole, palme, acqua trasparente.
E soprattutto nessun caffè è come quello delle antiche colonie francesi.

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