Sulle panchine

Giornali vecchi,
guanti,
bibite gassate,
e scontrini
nei parchi dei bambini.

Baci prenatali,
liste della spesa,
preghiere di rossetti
al belvedere.

Bottiglie rotte,
carte di gelati,
biglietti del tram
e preservativi usati
fuori dai bar.

Ma solo a Saint-Tropez
un tovagliolo, la flûte
e lo champagne,
sono quel che rimane
davanti a me.




L’acqua nell’orecchio

Mi è bastato un tuffo.
Io che la testa non la infilo mai nell’acqua.
Perchè mi rovino la piega.
Ho ceduto alle lusinghe dell’azzurro di cielo e mare di fine agosto.
Appena uscita ho sentito quella sensazione nell’orecchio destro.



Agosto 3

    Foto Henri Cartier-Bresson. Canzone Perfect day, Lou Reed

15 agosto, Mercoledì

Quando suona il campanello, sto dormendo ancora profondamente.
La bocca impastata dal vino di ieri.
Butto un occhio all’ora e sono le otto e mezza.
Mi trascino alla porta.
Mi fa lo stesso effetto tutte le volte che la vedo.



Agosto

Agosto è sospensione.
Pausa.
Cambiamento.
Riflessione.
Almeno nell’immaginazione.
Ecco la prima parte della mia storia d’agosto che durerà per tutto il mese,
spezzettandola in quattro lunedì.


La fermata

La fermata

Mentre il 31 di notte
non arriva,
mi siedo su un muretto
di corso Italia.
Divento un pezzo di strada.
Gli uomini dalle macchine
mi fissano
e alzano le sopracciglia.
Calma,
sfido il loro sguardo.
Incrocio le gambe
e aspetto che uno si fermi,
per potergli gridare contro
tutto il mio amore sbagliato.