Sposano anche le bionde

Chiara vuoi sposarmi?

Over the Rainbow, suonata al pianoforte da Paolo Jannacci, mentre Chiara raggiunge il palco.
Il giorno dopo, la blogger compirà trent’anni.
L’arena di Verona, che sembra aver già capito tutto, con tanto di cuoricino in mano per collaborare.
Sul megaschermo, in vero stile Uomini e donne o C’è posta per te, immagini di loro due: a letto, a Miami, al Golden Globe…
Federico indossa uno smoking che potrebbe essere Armani,
Chiara un vestito di lustrini che sottolinea le sue forme da ragazzina e che, pure, potrebbe essere Armani.
Lui le canta una sua canzone guardandola negli occhi (farei così anche io).
Le stelle filanti cadono dal cielo.
Fino a quando non tira fuori una scatoletta dalla tasca e si inginocchia per chiederle di sposarla.
Lei, quasi brutta mentre cerca di resistere al pianto, dopo un paio di sei matto che leggiamo dal labiale, dice sì con la testa, con gli occhi, col sorriso.
Da una settimana non si parla d’altro, operazione commerciale, gesto di cattivo gusto, tutto finto, tutto già programmato.


Fiabe da strada

Walkman da fiaba.

Leggiamo le fiabe ai bambini perché si addormentino,
perché non pensino alle cose dei grandi
e perché sognino.
Per quegli stessi motivi anche a noi adulti, alcune volte, servono le fiabe.
E a me, in particolare, ora.


A volte basta un sms


La stanza delle farfalle

bussolaLui era innamorato di Lei e Lei era innamorata di Lui.
Così innamorati che erano felici sia quando aprivano gli occhi e si vedevano, sia quando gli occhi li chiudevano e non si vedevano più.
Ma la felicità è pericolosa.
Infatti, dalla casa di fronte, una vicina incominciò a spiarli e, dato che soffriva terribilmente di solitudine, tutte le notti prima di addormentarsi, pregava che si lasciassero.
Che litigassero.
Che avessero il viso pieno di lacrime.
Che si tirassero le cose dalla finestra.
Nella sua vita, la vicina di fronte, aveva accumulato così tanto dolore che prima o poi le sue preghiere si sarebbero avverate.
Il giorno dell’anniversario della coppia, Lui fece una sorpresa a Lei.
Al suo rientro dal lavoro, le fece trovare la casa piena di farfalle.
Lei, alla vista di quella primavera domestica, scoppiò in un pianto di felicità.
Per la vicina, che stava spiando, le lacrime di gioia furono troppo. Si concentrò cosi forte e mise così tanta tristezza in quella preghiera che la mattina, quando Lui si svegliò, Lei non c’era più.
Pensò che era andata a prendere la colazione.
Che era andata a cercare un regalo.
Che si era nascosta per fargli uno scherzo.
Ma non tornava.
Attorno a Lui, rimanevano solo le farfalle e dalla finestra di fronte, quell’odiosa vicina che guardava con un ghigno strano.
Quando si rese conto che Lei era sparita, era affranto come non lo era mai stato ed infelice solo al pari di quanto era felice con Lei.
Si sdraiò a torso nudo sul letto, in preda alla disperazione. Dallo specchio della camera, in cui tante volte si erano guardati insieme, vide che sulla schiena aveva disegnata una mappa. Ma, essendo sulle spalle, non era in grado di leggerla.
Chi poteva aver architettato un maleficio tale?
Portargliela via e dargli la soluzione per ritrovarla, senza che lui potesse tradurla?
Nel buio, il ghigno della vicina di fronte era sempre più forte.
Fu allora che le farfalle, commosse dal suo struggersi, gli portarono una bussola. Quell’oggetto si sarebbe illuminato e avrebbe letto la mappa, portandolo da Lei.
Ma solo ad una condizione: che lui trovasse un amore autentico come il loro.
Al secondo piano della casa vivevano un marito e una moglie.
Mi scusi, sono il vicino di sopra, mi parli del vostro amore” disse alla padrona di casa, guardando con la coda dell’occhio la bussola che rimaneva buia.
“Mi racconti quale, tra i regali che le fece suo marito, la rese più felice” aggiunse, pensando alle farfalle.
Quando mi ha regalato questo.” La signora gli mostrò il solitario, di almeno due carati, che portava al dito.
La bussola continuava a non dare segni di vita.
Mi dica di più” riprovò lui “Quale fu la prova d’amore più grande che suo marito le dimostrò?”
Il primo anniversario mi portò in un resort dove c’era anche la Spa. Ad attendermi sul letto, al rientro del massaggio, trovai questa borsa.”
Lui capì che non avrebbe trovato niente di autentico in quell’appartamento. A parte la borsa e il diamante, naturalmente.
Ma, dato che la casa era fatta solo di tre piani e il primo non era abitato, non gli restava che chiedere alla spaventosa vicina di fronte. A quel punto, avrebbe tentato anche l’impossibile.
Stupidaggini,” disse lei, “l’amore non esiste, esiste solo lo strazio delle vostre smancerie in quella stanza dall’altra parte del cavedio. Io vi odio, come odio l’amore perché ………….mi ricordate noi
Al suono di quel pronome, la bussola si illuminò riempiendo, quello spazio buio, di luce e il viso della vicina, di lacrime. Raccontò che tanti anni prima aveva vissuto col suo amore al primo piano della casa, quello ora disabitato. Erano stati così felici ed innamorati che sembravano proprio Lui e Lei. Ma, una mattina, senza alcuna ragione, l’uomo sparì e distrutta dai ricordi, si trasferì nella casa di fronte.
Non aveva ancora finito la storia, quando le farfalle, richiamate dalla luce della bussola, sopraggiunsero e lo portarono in volo da Lei.
Al loro incontro, i due, si strinsero forte e a lungo.
Nel frattempo, le farfalle, non molto lontano, trovarono anche un’altra vittima di un maleficio. Era l’amore della vicina di fronte, che finalmente poté ritornare.
La nuova coppia si ritrasferì al primo piano.
Anche quella casa si riempì di farfalle.
Lui era innamorato di Lei e Lei era innamorata di Lui.
Così innamorati che erano felici sia quando aprivano gli occhi e si vedevano, sia quando gli occhi li chiudevano e non si vedevano più.
La felicità, ora, non era più pericolosa.