Nel weekend dell’Immacolata
Nel weekend dell’Immacolata più che mai il mondo si divide. Da una parte ci sono quelli che stanno in coppia e dall’altra quelli che stanno da soli.
Quelli che stanno in coppia hanno tante possibilità.
Ci sono i mercatini di Natale nelle capitali europee, quei viaggi classici ed intramontabili che le agenzie programmano da Ferragosto. Quando vedo i dépliant in vetrina mi fa lo stesso effetto della collezione invernale a luglio… Poi c’è la meta parigina, che si va proprio se si è innamorati, dato che la capitale francese è cara sempre, ma forse nel week end dell’Immacolata di più. C’è chi decide di stare in famiglia e fare l’albero, che tutti gli anni lo si aspetta da quando lo si toglie. C’è chi cucina e chi va a sciare, chi fa shopping regali e chi va alla fiera degli Obej Obej di Milano per festeggiare Ambrogio, il santo protettore. In generale nel ponte dell’Immacolata si sta con chi si ama e lo si ama anche un po’ più del solito.
Poi ci sono quelli che sono soli. Che l’atmosfera di Natale è dura quando si sta da soli. Ma l’Immacolata è peggio. Ecco dunque cosa faccio io nel giorno dell’Immacolata, un po’ come delle personali regole di sopravvivenza.
1) Mi sveglio il più tardi possibile, alla faccia di “il mattino ha l’oro in bocca” ripetuto da Jack alla macchina da scrivere nella mitica sequenza kubrickiana. La giornata è già abbastanza lunga, così.
2) Invito, chiamo, chiedo aiuto ad amici e conoscenti in modo assolutamente inutile. Tutti presi con palline, torrentelli di ceramica (esondanti nel caso genovese), vin brulè e cioccolate calde. L’approccio del mondo all’Immacolata ricorda quello che lo stesso ha nel montare i mobili dell’Ikea: un delirio tra onnipotenza ed incapacità alternato a tratti di personalità maniaco depressiva.
3) Vado verso un famoso discount tutta imbellettata, prendendo spunto da una foto di Sharon Stone che avevo ritagliato e non trovo più, in cui era ritratta mentre faceva la spesa in pelliccia di giaguaro. In mezzo ai pochi che hanno scelto per un giorno così speciale quella location, compro i prodotti più di lusso, tipo lo champagne centellinato, il sugo di capriolo, la pasta lavorata al bronzo…Naturalmente non credo né di aver mai mangiato, né che mangerò, soprattutto sotto Natale, quel sugo, che mi ricorda la mamma di Bambi e il cacciatore, ma alla cassa ho fatto una scena da Hollywood.
4) Quando finisco la colazione deluxe comincio a cantare al karaoke personale Il giorno dei giorni di Ligabue ed altre hit, scatenandomi su Bailando di Enrique Iglesias tra una canzone e l’altra. Insomma una pazza, ma felice.
5) Per terminare la giornata ora vado a guardare, incontrare, salutare le Immacolate nelle Chiese della zona: sicuramente quella della Consolazione e quella di Santo Stefano. Studierò le espressioni, gli sguardi abbassati, i dettagli delle mani e delle corone di queste regine immuni dal peccato.
Peccatori o no, soli o in compagnia: Buona festa dell’Immacolata a tutti.