Con orgoglio di balena

balenaNon succede mai niente e poi certi lunedì succede di tutto. Quel lunedì ricevetti 3 telefonate una dietro l’altra.
La prima: “Buon pomeriggio Sig.na Lorusso è libera lunedì alle 15 per un colloquio nella nostra scuola?” “Certo ci sarò, maestro….”
Felice per la notizia ricevuta, dopo dieci minuti arriva la seconda telefonata. E’ un’amica e mi chiede:
“Fra una bella notizia, mi sostituisci in una scuola?””Certo Pia, ma quando?” “A partire da questo lunedì alle 15” “Ah, proprio alle 15…Mi sembra perfetto, ci sarò”
E infine dopo gli ormai rituali dieci minuti il telefono inizia a squillare:”Fra, ti ricordi di me?” “Certo, come stai, Fabrizio?” “Molto bene, ti vorrei proporre una parte” “Che meraviglia, fammi indovinare: ci vediamo lunedì alle 15 per parlarne?” “Ma come fai a saperlo?sei una veggente….”
La parte è quella di una balena, Moby Dick.
Dopo la gioia iniziale, penso che forse è arrivato il momento di mettermi a dieta. Togliere i carboidrati. Togliere le birre.
Così anche raccontando agli amici: chi più, chi meno… un sorrisino, uno sguardo, una risata, una battuta:”Non hai fisico, cioè non abbastanza….”
Di notte comincio a leggere l’opera di Melville e mi rendo conto che la grandezza del personaggio non ha niente a che vedere col suo peso. Nella mia testa la balena prende corpo: è bella e imponente. Le balene fanno di tutto: una balena può saltare come un delfino e caderti addosso con la forza di una montagna, una balena può sfondare le fiancate di una nave, inghiottirne l’equipaggio e stuzzicarsi i denti con i remi. Nel romanzo è vista come un grande mostro bianco, ma è in realtà una femmina, una madre del mare. Una forza della natura, candida e gigantesca. Una regina che canta il suo dolore. E’ stata infatti ferita dagli uomini che cercano di ucciderla per ricavarne denaro. Un olio che illumina le stanze, lubrifica gli orologi sui caminetti e serve per l’unzione delle teste dei regnanti. Da qui la lotta tra l’uomo e la natura. E se la balena è la natura l’uomo è il capitano Achab. Ma lui non la vuole come gli altri per le monete che gli procurerà. Ma perché è vivo solo dentro a quella caccia, perché Moby Dick è il limite da superare, il Dio da pregare e poi rinnegare, l’incarnazione dei demoni che tormentano gli esseri umani. Il capitano Achab deve ucciderla.
“Moby Dick non ti cerca. Sei tu insensato che cerchi lei” scriveva Melville.
Ho trovato anche il profumo di Moby Dick, Alien Absolute essence. Profumo di pulito, di donna, di acqua.
Con orgoglio,
la Balena Bianca.

(Citazioni in corsivo dall’adattamento teatrale del regista Fabrizio Lo Presti dell’opera Moby Dick di Hermann Melville)