Ma la sfiga esiste?
Il mio televisore è un vecchio scatolone che ho trovato quando ho comprato la casa. Da mesi, come un maschio medio settantenne, guardo le offerte degli ultrapiatti:accumulo volantini di centri commerciali alla ricerca del prezzo migliore. Raccolgo, conservo, confronto, commento e quando ho tempo vado a vedere gli apparecchi. Finché insieme a mio padre non lo troviamo: Toshiba 50 pollici, Iper Rozzano, 390 euro, pochi pezzi. Se siete entrati almeno una volta in via Venti al Venti starete pensando che una tv così grande sia una sproporzione. Lo è, ma io adoro le sproporzioni. Papà lo compra, lo porta, acquista un supporto, lo monta al muro, non studio, lo aiuto, perdiamo tutti e due un pomeriggio. Mettiamo su il gigante: è bellissimo. Lo accendiamo e….non funziona. Ricolleghiamo tutti i cavi, cade l’orologio che proietta l’ora sul muro e si rompe. Insulti vari, nervosismo: “Non sei capace” “Tu non mi aiuti” “Ho preso tutto da te…” Un antennista passa per il pianerottolo, lo assaliamo, “Ci aiuti, la prego”. Stacca, riattacca, smonta, rimonta: “E’ un mistero, sembrerebbe guasto.” Lo tiriamo giù dal muro, lo richiudiamo, dobbiamo riportarlo a Milano entro sette giorni se no non ce lo cambiano più. Mio padre parte, siamo delusi tutti e due. Quando lo ringrazio cerco di farlo ridere: “Costava poco perché è rotto.” E’ tardissimo, mi aspetta la truccatrice di Dior, ieri è stata gentilissima, mi ha detto di passare che mi rifaceva un trucco veloce. Appena arrivo mi dice che ha poco tempo, sembra un’altra. Non mi spiega quello che fa, non mi parla dei colori, dei prodotti, ha fretta, pensa che io mi voglia approfittare di lei, compro una matita prugna e una mousse per lavare il viso, tutto Dior naturalmente, accenna un sorriso, ma non è più la stessa. Me ne vado, mi aspetta la dottoressa. “Purtroppo questo è il nostro ultimo appuntamento prima di settembre”-mi dice la psicologa-“Ma come, dottoressa? Le vacanze sono lontane.” “ Si, ma penso che lei abbia bisogno di una pausa per meditare” “Una pausa? No dottoressa…” “E’ stato un piacere, la penserò e si ricordi, stacchi”. “Anche io Dottoressa la penserò, arrivederci”. Vado direttamente in palestra, Luis mi curerà da tutto questo: la sua simpatia è contagiosa e poi così sfogo tutto. Salgo le scale della palestra due per volta, ma dove dovrei sentire che conta gli addominali con l’accento sardo sento una voce estranea. Maschile, ma stridula. Mi vedo un ragazzetto magro coi pantaloncini del Doria. E’ iniziata la stagione balneare. Il mio allenatore preferito è stato sostituito, ora è un bagnino. Mi guardo attorno, ma dove sono tutte quelle ragazze bellissime che affollavano la prima fila? Ci sono poche persone, quasi tutti uomini. Secondo me la palestra ha chiamato, ha avvertito, ma solo quelle fighe. “Buongiorno abbonata n 234, lei è abbastanza magra e attraente da essere informata che il corso che frequenta è stato spostato il…. ” Poche energie, quel ragazzo era un miracolo, riuscivo a fermarmi per tre corsi consecutivi, è vero che il cervello fa tutto. Faccio mezz’ora col biondo e mi trascino a casa, distrutta. Bevo uno Spritz che ho comprato pre-imbottigliato alla Lidl e mi addormento. Al risveglio apro gli occhi, mi sento energica e di buon umore, sono certa sia stato solo un incubo, come nei film, poi guardo in alto e vedo il braccio del televisore vuoto e mi dico: “Ma allora la sfiga esiste”