paris-250x300Un mio amico l’altro giorno si è complimentato di come ero vestita, ringraziandolo ho detto: “Sono soddisfatta del mio guardaroba” Immediatamente ho completato sottovoce: “Non altrettanto della mia vita sentimentale o di quella lavorativa.” In realtà mentre scrivo indosso un cappello a falda larga di paglia, occhiali stile anni ’70 da sole/vista, una fascia nera di pizzo e come copricostume un pareo coi soli azzurri che la mia amica si è dimenticata da me. Ai piedi ballerine rosa con fiocchetti leopardati. Tralasciando la mise del momento.. sono comunque convinta dell’affermazione di prima. E di comunicare almeno un messaggio forte e chiaro. Un sì, che nel campo artistico e sentimentale ancora non è così luminoso. Meglio di niente, no?
Immaginiamo di incontrarci in via XX stasera. Sono le 19 ed indosso un vestito rosso. Senza che voi siate il tenente Colombo, il mio abbigliamento vi farebbe dedurre che sto andando ad un appuntamento. Quasi banale.  Ma osservando più a fondo il tipo di acconciatura, i dettagli della collana, le scarpe e le sfumature del trucco vi potrebbero svelare il tempo passato per prepararmi, la sicurezza che ho di piacere, quanto io tenga a questo incontro, ciò che mi aspetto dalla serata, addirittura potreste arrivare all’età e se mi conoscete un po’ alla identità della persona che devo incontrare. Trovo che questo sia incredibile. Potremmo sapere tutto quello che vogliamo anche senza andare su fb a cercare informazioni e foto come segugi…Alcuni penseranno che una botta di sole ha fatto uscire allo scoperto la Paris Hilton che c’è in me e che sicuramente non coincide solo nell’amore per i chihuahua e per il rosa. Ma in realtà io vorrei riflettere insieme su quanto l’abito che indossiamo sia il grado zero della comunicazione. Quanto l’eleganza sia una scelta, come ci dice la sua etimologia che deriva da eligere, scegliere. Il nostro essere alla moda è la costruzione di un alfabeto che ci racconta. E tutti noi quando ci svegliamo raccontiamo qualcosa di noi, di dove viviamo e di cosa vogliamo dalla vita scegliendo i nostri abiti, o non scegliendoli.
“Ha la minigonna è una ragazza leggera. A Catania. Ha la minigonna è una ragazza moderna. A Milano. Ha la minigonna, a Parigi: è una ragazza. Ha la minigonna ad Amburgo, all’Eros: forse è un ragazzo.
Questo scriveva più di trent’anni fa Umberto Eco nella Psicologia del Vestire. E lui di Paris Hilton, al contrario di me, ha sicuramente molto poco.

 

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