pleiaIeri notte, mentre tornavo a casa ancora per metà balena, ma non abbastanza sporca di trucco per esserlo interamente, come in una epifania, mi è apparsa via Venti.
Non ero più nei miei pensieri, nella mie ossessioni, nei tuoi silenzi. Ero in via Venti e la guardavo.
Bellissima e spaventosa nel silenzio, come se di notte pagasse un dazio per la confusione dei suoi giorni.
Accarezzata solo da una pioggia leggera.
Un luogo di fantasmi e matti.
Un’ isola stonata e solitaria.
Ed io in questo carosello, come ogni volta che torno di notte, ero la protagonista assoluta.
Un tizio solitario in una macchina bianca, poteva essere una Citroen degli anni ’80, mi aveva guardato in modo spaventoso già da piazza De Ferrari. La sensazione di ritrovarmelo più avanti, il pensiero che facesse un giro e si riproponesse accostando, mi è venuta da subito. Ma continuando a camminare prendevo sicurezza. “E’ andato” mi dicevo. Così mi son fermata a guardare la vetrina del negozio di scarpe, come faccio sempre a quell’ora. E all’angolo, me lo trovo di fronte che fa pipì.
Chissà se era un gesto per spaventarmi. Forse. Per esibirsi. Forse. Perché gli scappava. Forse
Fatto sta, che guardo e mi metto a ridere, lasciandolo di stucco. Una risata da bambina, tipo: “Ah, ah, ah, non sei spiritoso”
Poi non guardo la sua reazione, ma me ne vado e non mi volto. Tremo, ma sento che risale sulla macchina, sgomma e va via.
Passata la paura, mi sento una regina. Una leonessa che ha fatto vedere quanto son grandi le sue fauci. Ma accelero comunque il passo.
Proprio sotto il ponte Monumentale, quando penso di essere arrivata, vedo una cosa.
No, non è il piscione.
E’ un ragazzo tutto imbacuccato tra piumino e cappuccio. Avrà 23 anni. Il volto è quasi nascosto dalla barba leggera. Sta trafficando con dei fili seduto per terra. Tanti fili.
Mi ci vuole un po’ per capire. Lui ha quella sicurezza dei giovani quando ti guardano e lo vedi che pensano: “Fatti gli affari tuoi, signora”
Con la luce negli occhi dico affermativa: “Stai mettendo le luminarie di Natale”.
E lui, anche se è l’ultima cosa che pensava avrebbe fatto, mi sorride e dice si.
Sopra di noi il ponte Monumentale.
E sopra il ponte le Pleiadi. Come se fossero luminarie di Natale.

 

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