cerchio crom“Il visagista di Dior sarà presente in profumeria per alcuni giorni. Prenda un appuntamento al più presto” mi dice la cassiera con delle ciglia quasi oscene da quanto sono lunghe. Penso all’unica volta in cui mi sono trovata in una situazione simile: il mitico truccatore dagli occhi blu, mi ipnotizzò ed acquistai qualsiasi cosa mi dicesse essermi utile. Il risultato non fu un rossetto, ma uno dei rossi in banca più imbarazzanti. Non superò, comunque quello in cui prestai una cifra spropositata ad un amico alle tre di notte, che per convincere mia madre che non era stato un ladro, dovetti fingere di avere avuto una crisi compulsiva notturna da shopaholic. Poi mi ricordo che nella mia vita, ormai da un paio di mesi, ci sono solo ragazzini di 13 anni, i loro flauti dolci e numerose sveglie all’alba, ma soprattutto, finalmente, uno stipendio. Dopo alcuni giorni, dunque, lo sto già aspettando in profumeria mentre è in pausa pranzo. Appena entra, elegantissimo con occhiali da sole e un baffo all’Umberto I di Savoia, lo riconosco immediatamente. Dato il feeling, provo da subito a dare il meglio di me: passo dallo spiegare il trucco che vorrei a interrogarlo sui cenni storici della maison Dior.  “Be’ se vuoi questo effetto fari nella notte, come l’hai chiamato, dobbiamo lavorare sui complementari del verde” Tasta il terreno per capire quanto sono preparata, io che mi sono appesa in casa il cerchio cromatico, gli sparo subito i malva, i prugna, i rossi. Avessi mai imparato il circolo delle quinte allo stesso modo. Si ritorna a Dior e addirittura lo si mette a confronto con Chanel. Qui imparo veramente. Comincio a pensare che qualsiasi cosa acquisterò non sarà mai abbastanza. Dior come rosa, come New look, come uso dello sfarzo in tempi di dopoguerra. Li immagino i metri di stoffa, le gonne a ruota in un momento in cui meno materiale si usava meglio era. Torniamo alle mie sopracciglia che mi disegna meravigliosamente come un pittore. C. Dior era molto superstizioso, mi dice, dopo le molte richieste che lo volevano a lavorare per la moda, lo convinse solo trovare una stella per terra. Il trucco è fatto, le labbra? Be’ il rosso 999 fu proprio uno dei due dettagli di una sua sfilata che rimase storica, mi racconta. L’altro? Il profumo. Tutte le modelle lo indossarono, litri e litri di profumo furono versati creando un ricordo olfattivo fortissimo a tutti coloro che parteciparono. Di fronte a questo quasi mi ribalto con lo sgabello. Per pochi secondi mi vedo sfilare, una femme–fleur in abito confetto con litri di Miss Dior e un 999 alle labbra. Non ho fatto in tempo a dirtelo Alessio, ma io il rosa e il rosso li amo insieme. A questo punto completiamo il look con un profumo di seduzione. Speriamo serva a qualcosa Alessio, ma anche se non fosse, oggi sono felice lo stesso. Tanto che il giorno dopo, malgrado il prezzo speso alla cassa, mi ripresento. Temo mi guardi male e invece gentilissimo mi dice: “Siediti sullo sgabello. Dove eravamo rimasti? Ah, sì, la più grande passione di Dior erano proprio i fiori ….”

 

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