b contro bChi mi conosce sa quanto io ami gli outfit da diva: cappelli, scarpe col tacco, trucco visibile e profumi importanti. Tutto questo in inglese si chiama overdressed e significa essere vestita in modo esagerato rispetto all’occasione in cui ci si trova. Per carità buona parte del mio abbigliamento sarebbe perfetto per la nota corsa di cavalli ad Ascott, ma forse risulta un po’ eccessivo per il centro storico di Genova. L’o. d. ha comunque i suoi estimatori: donne ed omosessuali. Tende, invece, ad allontanare i giovani uomini che identificano la donna dei loro sogni con una ragazza alla moda con felpa, piumino e jeans, perfetta nel fisico e con un trucco lucente ad illuminarle il viso. Sicuramente ho ricercato il mio riferimento estetico nei grandi classici del cinema hollywoodiano, per capirci la Gloria Swanson di Viale del tramonto. Ma, sinceramente, penso che il mio vero problema sia stato solo uno e si chiami Barbie. Fior di pesco, Principessa sulle nevi, Magia delle feste, Holiday, Regina dell’Estate, la bionda per eccellenza era sempre vestita da gran suaré ed io, che volevo imitarla in tutto e per tutto, ho cominciato a pensare che il mio guardaroba dovesse essere all’altezza del suo. Da lì abiti lunghi, stole, piume e pellicce. Le bambine di oggi non possono incappare in questo errore perché Barbie è cambiata. Secondo me è diventata brutta, infatti. Prima della mutazione non vendeva più, come se fosse passata di moda, tanto che la Mattel è dovuta correre ai ripari. Ma chi poteva anche solo concorrere con la donna perfetta?  Cloe, Sasha, Jade e Yasmin. L’unione fa la forza, si sa. Queste signorine si chiamano Bratz. Hanno proporzioni improbabili, la testa larga rispetto al corpo, gli occhi giganti, le labbra gonfie e lunghissime e magrissime gambe. Come dicevo prima: adolescenti dal fisico perfetto ed un po’ botulinato con abiti tagliati come quelli dei supermercati della moda. L’opposto mio, insomma. Ma i tempi son cambiati ed io, come Barbie che ora ha occhi e testa più grandi, quando sbaglio capisco. Ho dunque comprato un piumino, anzi due, uno per il giorno ed uno per la sera, perché almeno l’eccesso non me lo tolga nessuno. La mamma mi ha anche detto che con quello dimostro dieci anni di meno. Io che non avrei mai mollato il cappotto e il collo di pelliccia, come nella canzone Rimmel di De Gregori. Tutta colpa delle Bratz.

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