
Lui ha in mano una penna con un albero di Natale e lei un martello di legno.
Tutti e due li usano come strumenti a percussione.
Suonano tavolini di vetro, mobili giocattolo, librerie, 45 giri della nonna.
E soprattutto il gatto rosso.
Quando hanno colpito tutto quello che hanno intorno, cominciano a percuotersi l’un l’altro.
E poi a piangere disperati alla ricerca di una consolazione da mamma o papà.
Sempre sfasati però.
Prima piange Camilla e va da papà perché Ulisse l’ha morsa, poi piange Ulisse e va da mamma perché Camilla gli ha tirato una martellata.
Ulisse e Camilla hanno due anni e mezzo e sono gemelli.
Tutto nel loro mondo è divisibile per due.
Mangiare, dormire, piangere, baciarsi, picchiarsi, distruggere, ciucciare.
L’immagine che mi rimane più impressa di quando erano neonati è la doppia poppata.
Ulisse e Camilla hanno due pigiami, due giochi, due genitori e allora avevano due tette.
Una per uno.
Peccato che stasera i gatti rossi non siano due perché uno ha veramente il suo bel da fare.
Dopo innumerevoli botte, fisarmonica, tisana, grida, canti, pallina e risate,
Ulisse alle 23 si addormenta su papà.
Camilla, che ha optato per la mamma, invece non ci pensa per niente.
Dopo aver messo a letto il maschio, allora papà decide di improvvisare con la chitarra un brano dedicato alla femmina.
Si chiama Non mollare
Camilla non mollare,
la notte deve ancora iniziare.
Camilla non mollare
ci si può ancora molto divertire.
Camilla non mollare
tra le braccia di Morfeo puoi solo dimenticare.
La psicologia inversa è il grande talento di questo papà.
La psicologia inversa è il grande talento di questo papà.
E Camilla, al contrario delle aspettative, non molla.
La mamma, che preferisce i metodi tradizionali, dopo aver abbassato le luci che provengono solo blu e ad intermittenza dall’albero di Natale, inizia a leggere Piccolo uovo di Francesca Pardi.
L’ovetto bianco, di quelli che fanno le galline vere, non vuole nascere poiché non sa quale famiglia gli toccherà in sorte, quindi ne incontra di diverse.
La mamma, che preferisce i metodi tradizionali, dopo aver abbassato le luci che provengono solo blu e ad intermittenza dall’albero di Natale, inizia a leggere Piccolo uovo di Francesca Pardi.
L’ovetto bianco, di quelli che fanno le galline vere, non vuole nascere poiché non sa quale famiglia gli toccherà in sorte, quindi ne incontra di diverse.
Come se potesse scegliere tra famiglie allargate, arcobaleno, tradizionali etc etc.
Ma quello che conta è il finale, il guscio di piccolo uovo si rompe ed è pronto per avere una famiglia. Ma quale sarà?
Ma quello che conta è il finale, il guscio di piccolo uovo si rompe ed è pronto per avere una famiglia. Ma quale sarà?
Con questo interrogativo termina il libro con le illustrazioni di Altan.
Pare che Camilla sia stata ancora più stimolata da quella domanda e che abbia incominciato a scalare la libreria alla ricerca di una famiglia per piccolo uovo.
Pare che Camilla sia stata ancora più stimolata da quella domanda e che abbia incominciato a scalare la libreria alla ricerca di una famiglia per piccolo uovo.
Io invece, che non sono abituata alle favole, ero crollata ai pinguini con due papà.
Sul divano, sui miei pensieri, certamente sul prosecco e forse sul gatto rosso.
Sul divano, sui miei pensieri, certamente sul prosecco e forse sul gatto rosso.
La notte del 25 Dicembre.
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