abitoLei cercava un abito.
Ma non uno qualunque.
Doveva essere eccezionale, di una consistenza immateriale e di un colore talmente bello da richiamare i paesaggi della natura.
Le serviva per quando si sarebbero rivisti.
In quell’incontro avrebbe dovuto spiccare di luce propria.
Lui non l’avrebbe più dimenticata.
E allora faceva impazzire le commesse.
Vorrei provare questo, vorrei provare quell’altro.
Le ragazze che, col salire del prezzo del vestito, si impegnavano sempre più nell’aiutarla, ascoltavano le sue richieste e la coprivano di piume, pizzi, veli, ma non la soddisfacevano mai abbastanza. Nessuno dei capi provati le illuminava l’incarnato, le esaltava il sorriso, le sottolineava la figura e le forme, come avrebbe dovuto. I verdi intensi, i rossi corallo, i blu oltremare non bastavano mai a raggiungere l’immagine che aveva nella testa. L’abito che risultasse perfetto ai suoi occhi proprio come quell’uomo con il quale l’avrebbe indossato, sembrava non esistere. E le commesse non potevano che rimanere deluse da quel fallimento. E non solamente perché non avevano venduto, ma perché in un qualche modo non erano riuscite a farle realizzare qualcosa di molto più importante.
Quando andava per negozi, non si truccava e si metteva vestiario semplice, come una tuta che l’agevolasse nella ricerca e non la confondesse nella scelta. I giorni passavano e più non trovava quell’indumento e più quell’uomo si nascondeva nel suo silenzio, non chiamandola e non scrivendole. Questo, da una parte la rassicurava, visto che non avrebbe saputo cosa mettersi, ma dall’altra la spaventava che se non avesse trovato il pezzo giusto, forse Lui non si sarebbe fatto sentire mai più.
Un giorno, sfinita dalle numerose prove, si sedette in un caffè per riposarsi e bere qualcosa.
Dal tavolino di fronte, un signore la guardava.
Lei indossava un completo di ciniglia di un colore neutro.
Dopo sguardi insistenti, si avvicinò e le chiese se poteva rivolgerle la parola.
Lei annuì e lui le disse quanto era bella.
Arrossì stupita dal complimento, data la mise che indossava, ma gli rispose comunque un grazie imbarazzato.
Lui continuò, dicendo che il colore dei suoi occhi spiccava come nero su bianco, grazie al tono anonimo del suo abbigliamento e al viso struccato.
Quando l’uomo se ne andò squillò il telefono.
Finalmente sentì quella voce che tanto aspettava: era Lui che le proponeva di vedersi la sera stessa.
Lei andò all’appuntamento senza tornare a casa a cambiarsi o a truccarsi.
Quella sera, nel tempo che le rimase fino al loro incontro, non cercò più l’abito.
L’aveva finalmente trovato.

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