Nei tubi dei miei lavabi

Nei tubi

dei miei lavabi

liquori rovesciati,

anelli scivolati,

carillon,

notti insonni,

promesse non mantenute,

campane delle mezz’ore,

ansie mattutine,

cavalli a dondolo,

piume, pailettes e

lacrime.

I capelli, invece

l’unica cosa che mi è rimasta in testa.

 

F.L

 


Il cugino Bertolino

Tutti hanno un parente famoso.
Chi una soubrette, chi un arcivescovo, chi un professore che scrive libri, chi un batterista che suona con Ramazzotti. Io, no. Addirittura di più.



Il libro di Natale

Mentre cammino in corso Torino, vengo avvolta da un odore forte, acre.
Mai sentito prima.

A Natale sono tutti più buoni.
Anche i cattivi, come lui.
I regali non si chiedono, ma a lei piace un libro e gliene ha parlato.
Gli aveva detto che era andata in libreria, che l’aveva chiesto alla commessa e l’aveva guardato.
Nemmeno un regalo grande, voleva.
Costo importante, ma solo per un libro. Fotografico, in qualche modo.
Uno dei quei testi che immaginava di guardare con lui, ogni volta che si sarebbero visti.
Una pagina a incontro, come fossero quadri, quelle fotografie.
Una scusa per stare insieme dieci minuti di più, prima del solito congedo.

Un odore che sta tra la pelle del pollo e i giornali di un’edicola vecchia, ammuffita, chiusa da anni.  

Lui le aveva detto che glielo avrebbe regalato, che avrebbe variato i suoi itinerari per prenderlo.
Una delle tante cose che le diceva e poi dimenticava.
Ma lei a questo aveva creduto.
L’anno scorso le aveva fatto un regalo e quando l’aveva usato per dimostrargli che teneva a lei, lui le aveva detto che era solamente un libro.
Di nuovo quello, gli chiedeva. Solamente un libro.

La libreria sta tra un negozio di pellicceria e uno di abbigliamento generico.
Commessi italiani, ma cose cinesi per essere più precisi.
Mi avvicino alla vetrina o a qual che ne resta e vedo i cartelli, l’emendamento della questura.

Natale arriva sempre così in fretta. Lei vede regali per lui ovunque. Gliene compra due. Da una artista, una gioielliera. Magari non gli piaceranno, magari non li metterà. Ma se ne frega. Natale è uno e le è sempre piaciuto fare regali a chi ama.

“A causa del devastante incendio, la libreria la potrete ritrovare in via..”.
La serranda è abbassata, non c’è più una vetrina.
Dentro si vedono solo libri bruciati e vetri rotti.
Devastazione e questo odore forte che comanda sul paesaggio
.

Quando si vedono prima di Natale lui non lo vuole accettare il suo regalo.
Quando si vedono dopo Natale lui non vuole accettare nemmeno l’altro.
Le tocca insistere, come spesso con lui.
Lui che non ha niente per lei. Né prima, né dopo Natale.
Nemmeno un fiore, figuriamoci un libro.

Tra i testi della vetrina, ne spicca uno.
Mi sembra intonso, a parte la copertina mezza bruciata.
Se allungassi un braccio nella serranda forse arriverei a toccarlo
. Come se volesse farsi prendere.
Ma non lo faccio.
Il libro ha resistito all’incendio, è la mia speranza ad essere bruciata nel fuoco
.