Tutti i giorni i due gatti si incontrano in questo posto.
Si guardano ognuno dal proprio muretto.
È un appuntamento il loro: silenzioso, fissato, abituale.
I felini passano il ritrovo quotidiano, così, a rimirarsi.
E aspettano tutta la giornata perché avvenga quel momento.
Però, ogni volta che arriva sera, litigano.
La gatta miagola perché desidera che lui venga a vedere la sua tana.
Il gatto miagola perché non ha nessuna intenzione di spostarsi.
La gatta miagola perché vorrebbe che lui la portasse da qualche altra parte.
Il gatto mi
agola perché vorrebbe godersi, da lì, l’imbrunire insieme a lei.
Ma tutta questa acrimonia deriva solo dal fatto che sono dispiaciuti di salutarsi. 
Un miagolio dopo l’altro, uno screzio che segue quello precedente, finché il gatto non si presenta più al loro rendez-vous.
La prima volta la gatta pensa che lui non sia potuto venire.
Il giorno dopo, in cui succede la stessa cosa, lei crede che sia un po’ influenzato e quindi non sia uscito.
Il successivo è certa che abbia dovuto lavorare fino a tardi.
E così con la pioggia, con il vento e con il sole la gatta rimane sempre lì, dalla sua parte del fossato, ad aspettare che il gatto si rifaccia vivo.
Ma non dubita mai, nemmeno un istante, che lui non verrà più.
Che si sia stancato di lei.
Che abbia cambiato muretto.
Perchè non può essere la sola a volerlo vedere tanto.
Certe cose, quando sono così forti, si desiderano in due.
E infatti una mattina, di punto in bianco, dopo molto tempo il gatto torna.
In una bella giornata di sole quando il cielo è azzurro.
Nessuno dei due parla all’altro di cosa sia successo, né allora, né nei periodi a seguire.
Tutti i giorni i due gatti si incontrano in questo posto.
L’unica cosa importante per lui è rivedere la gatta e l’unica cosa importante per lei è rivedere il gatto.

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